Nel 2050 saremo più di 9 miliardi di persone,privi di risorse, con pesanti problemi ambientali, aggravati ulteriormente anche ai nostri tempi.
Se già oggi che siamo 2 miliardi in meno, non riusciamo a sfamare 800 mila persone della popolazione mondiale, come potremo mai far fronte ad un così elevato numero?
Sono stati consultati degli opinionisti per offrire delle soluzioni al quesito,sono state date più risposte;una di queste è l'unione dei cibi provenienti da varie parti del mondo,poiché avere disponibilità ad accedere ad una vasta gamma di prodotti permette di contrastare la fame e/o la mal nutrizione.
"Dobbiamo credere all'utopia possibile di unire cibo, culture e sviluppo: è l'unica strada per una prosperità sostenibile."
Un'altra delle possibili risposte sono gli insetti. Circa 2 miliardi di persone fanno già uso di insetti, e tale abitudine è data più dalla loro condizione geografica (che li ha obbligati a questa necessità), più che alla voglia di mangiarli. Pertanto anche noi in un possibile futuro potremmo essere spinti per bisogni a nutrircene.
L' Europa non ha ancora approvato il commercio degli insetti per scopi alimentari, ma qualcosa ha già cominciato a muoversi. Per le norme europee gli insetti rientrano nei "Novel Food", ovvero tutti quei prodotti e sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo significativo all'interno dell'Unione Europea.
Si teme che conseguentemente a questa possibile autorizzazione,sorgano delle complicanze sanitarie dal momento che non vi sarebbe in vigore una ferrea sicurezza sulla provenienza degli insetti e ciò rappresenterebbe un gravoso problema dato che parte degli insetti entra in contatto con sostanze chimiche utilizzate nei campi(concimi non naturali).
Il nuovo Regolamento comunitario è atteso da molti anni e avrà il merito di fare chiarezza sulla questione, includendo esplicitamente gli insetti tra i Novel Food. Esso tuttavia introduce una procedura semplificata che autorizza per gli alimenti considerati tradizionali in paesi terzi, tra cui gli insetti, la facilitazione del loro ingresso sul mercato.
I problemi collegati al consumo di insetti sono per lo più legati a dei pregiudizi culturali che rappresentano un ostacolo.
In Olanda è stato effettuato uno studio per verificare quanto questi pregiudizi limitino la possibilità ad aprire la mente a nuove forme di sapori,anche molto differenti dalla cultura occidentale.
Gli insetti potrebbero rappresentare una scelta valida sia dal punto di vista nutrizionale sia dell’impatto ambientale. Essi infatti sono una fonte di cibo altamente nutriente perché forniscono proteine di alta qualità paragonabili a quelle fornite dalla carne e dal pesce.
Nel mondo si consumano più di 1.900 specie di insetti, quelli più comunemente usati come cibo sono:
coleotteri (31%);
lepidotteri (bruchi, 18%);
api, vespe e formiche (imenotteri, 14%),
cavallette, locuste e grilli (Ortotteri, 13%);
cicale, cicaline, cocciniglie e cimici (Emitteri, 10%);
termiti (Isotteri, 3%);
libellule (Odonati, 3%);
mosche (Ditteri 2%).
Probabilmente grilli, cavallette e tarme delle farina saranno tra le prime specie a comparire sulle nostre tavole.
A cura di Alessandro Merlo & Sara Mordenti
IB Liceo Classico Vittorio Alfieri
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