L'esposizione Universale di Parigi 1889
simbolo del progresso
(foto da Library of Congress)
La quarta Rivoluzione Industriale è nell’epoca che stiamo vivendo, ancora in uno stato embrionale.
Questo fenomeno sta cambiando, o in certi casi ha già cambiato, radicalmente il nostro modo di vivere o addirittura il significato stesso che diamo a questo sostantivo. Mi spiego meglio, il concetto di naturale e di artificiale in relazione alla figura umana è in costante mutamento. Le passate rivoluzioni industriali hanno avuto effetti sugli utensili dell’uomo, sulle sue abitudini, sulla sua psiche, questa invece porta con sé innovazioni di carattere digitale a dir poco stupefacenti, ma soprattutto queste invenzioni sono in alcuni casi applicabili al nostro fisico. Nelle precedenti rivoluzioni industriali le innovazioni furono appunto legate essenzialmente al mondo del lavoro per la prima e la seconda,
mentre la terza vede l’ingresso dei computer con la nascita delle telecomunicazioni informatiche.
Nella quarta rivoluzione industriale non muta più la nostra occupazione bensì cambiamo noi. C’è chi l’ha definita per queste ragioni un nuovo Rinascimento.
Le nuove scoperte tecniche che influiscono sull’importanza di questo momento storico sono molteplici. Oltre al campo industriale fortemente interessato da suddette scoperte è interessante analizzare i cambiamenti nella vita quotidiana o in altri settori. Un’invenzione rivoluzionaria in questo senso è ad esempio la stampante in 3d.
stampante 3d "Prusa I3"
La sua funzione è quella di, partendo da un semplice file tridimensionale, stampare una serie di porzioni in sezione trasversale cioè le parti dell’oggetto in questione che, sovrapposte creano una figura solida e tridimensionale. L’Economist ha sottolineato l'importanza di questa scoperta per l’impatto che, secondo i giornalisti, avrà sull’umanità. Mi riferisco inoltre alle applicazioni mediche che ha la robotica: protesi in grado di muoversi con gli stimoli neurologici nonostante non siano l’arto originale, valvole cardiache e anche robot in grado di sostituire i medici durante le operazioni chirurgiche. Per esempio alcuni bioingegneri stanno tracciando percorsi sorprendenti per riparare le ossa rotte. A San Diego all’University of California, Shyni Varghese sta progettando biomateriali che inducono le cellule staminali a rigenerare il nostro scheletro, mentre alla Tufts University School of Engineering and Beth Israel Deaconess Medical Center stanno testando piastre e viti di seta , robuste, biodegradabili e capaci di contenere farmaci che si disperdono solo sull’area lesa. Innovazioni che affiancano la moderna chirurgia ortopedica, robotizzata e mininvasiva, che permette di impiantare protesi risparmiando tessuti, osso, legamenti e muscoli. L’ultima frontiera della chirurgia è invece l’utilizzo dei robot-chirurghi. In particolare a Napoli alcuni ospedali ne stanno testando l’impiego. Questo nuovo ritrovato della tecnologia presenta un duplice vantaggio: per il medico e il paziente. Il robot, comandato dal chirurgo tramite una console, ha diversi pregi rispetto al collega umano: non si stanca, non commette imprecisioni e ha bracci rotabili a 360 gradi. Ovviamente il rischio non è azzerato poiché il chirurgo ai comandi potrebbe sempre commettere degli errori, è stato però provato per esempio che il braccio meccanico essendo molto più fermo di quello umano riduce i dolori post intervento in maniera importante. Di seguito una dimostrazione del loro impiego nel campo dell'urologia.L’idea della macchina in sostituzione all’uomo è un aspetto che ha affascinato negli ultimi decenni scrittori, registi e cantanti ed è uno dei punti più dibattuti della quarta rivoluzione industriale. Partiamo dal presupposto che dalla notte dei tempi gli utensili sono un’estensione delle facoltà fisiche dell’uomo impossibilitato per limiti naturali al compimento di determinate azioni. La robotica è l’ultima evoluzione di questo processo. Il passo successivo però sembra essere quello di, oltreché migliorare le capacità della macchina, renderla il più possibile autonoma. Il concetto di intelligenza artificiale è infatti particolarmente dibattuto negli ultimi anni. La questione ruota intorno alla tesi che i computer correttamente programmati abbiano un intelligenza completamente assimilabile a quella umana presupponendo l’idea dei filosofi empiristi secondo i quali ragionare significa calcolare opposta al concetto di intelligenza artificiale debole che sostiene che una macchina possa solo imitare i processi mentali umani senza riprodurli in tutta la loro complessità. Di qui l’idea che la macchina possa non solo più aiutare, non sostituire, bensì soppiantare l’uomo stesso. Questa affermazione può essere confutata tornando al fatto che un automa, per quanto intelligente, non è ancora in grado di essere creativo o di provare emozioni al di fuori degli schemi preimpostati da una mente umana nella sua programmazione.
Un'immagine dalla popolare saga "Terminator" (James Cameron) esempio cinematografico di scontro uomini-macchine
Non si può essere certi che, come ipotizzano molti racconti fantasy, non si possa giungere a ciò in futuro, ma è ancora purtroppo o per fortuna una possibilità remota.
Un altro aspetto che l’introduzione di questi macchinari ha fortemente rivoluzionato è il mercato del lavoro. In estrema sintesi i robot, sostituendo una serie di lavori manuali, spesso svolti in condizioni di sicurezza non ottimali e dov’era impiegato personale mediamente con bassa scolarizzazione e basse qualifiche. Allo stesso modo si sono sviluppate nuove professioni in campo tecnologico che uniscono meccanica, elettronica e informatica.
Il quesito di fondo è se i robot sottraggano lavoro agli uomini. A livello quantitativo oggettivamente sì, cambia dunque la domanda del mercato del lavoro alla ricerca di profili più alti e competenti. Questo processo favorisce ovviamente coloro che perseguono negli studi, ma anche tutti i lavoratori che prima avevano una bassa qualità di vita sul lavoro o che magari contraevano malattie professionali che ora sono sostituiti nelle loro mansioni faticose e malsane.
L'osservatorio per la sicurezza sul lavoro Vega
Questo ci porta all’idea che l’uomo debba operare nei campi in cui le macchine difettano ancora cioè dove occorre capacità di ragionamento più fine.
Se il mercato del lavoro cambia di pari passo occorre un rinnovamento del sistema scolastico, in questo senso cresce vertiginosamente il numero degli studenti di informatica o degli iscritti alle facoltà scientifiche nonostante ci sia ancora una domanda superiore all’offerta per quanto riguarda alcuni mestieri in questi campi. Servirebbero dunque ad esempio molti più ingegneri informatici ed elettronici di quelli esistenti in questo momento nel mondo, in questo senso sarebbe forse auspicabile un cambiamento dei piani ministeriali nel nostro paese in quest’ottica per istruire anche i bambini più piccoli in questa direzione.
La politica gioca un ruolo fondamentale in questo processo di cambiamento. Il governo italiano, seguendo l’esempio di altri Paesi come Stati Uniti, Francia e Inghilterra, ha ideato un preciso piano di investimenti e incentivi riguardo l’industria 4.0 con un occhio anche ai privati. Il disegno prevede dei cambiamenti a livello scolastico di cui l’alternanza scuola lavoro è un primo esempio.
Oltre al mercato del lavoro e all’innovazione tecnica un altro campo nel quale la quarta rivoluzione industriale ha avuto grande impatto è quello dell’energia. Le ultime invenzioni sfruttano molto le fonti di energia rinnovabile e rappresentano il decisivo distaccamento dai combustibili fossili. Non solo perché sono destinati ad esser sempre meno utilizzati, ma anche per la maggiore sensibilità con la quale la politica e il genere umano in generale si stanno relazionando con il nostro pianeta. Da qui a dire che vi sono le intenzioni di porvi rimedio il passo è ancora lungo, però, senza dubbio, una delle prerogative dell’ultima rivoluzione industriale è quella di puntare ad uno sviluppo ecosostenibile, a lungo termine non può che essere un bene. Questo grafico in particolare evidenzia questo cambiamento di rotta in Italia.
fonte: Terna.it/GSE
Infine, la quarta rivoluzione industriale deve essere un’opportunità che il mondo non si può permettere di sprecare. Abbiamo gli strumenti per apportare dei cambiamenti clamorosi alla figura dell’uomo stesso, possiamo diminuire le disuguaglianze economiche e sociali fra gli Stati con più facilità e possiamo tentare con nuovi mezzi di porre rimedio ai mali del nostro pianeta. Purtroppo vedo da una parte il mondo scientifico proiettato al futuro e al bene comune mentre alcune fazioni politiche volte alla chiusura, al passato e al culto della tradizione. Sono dei fenomeni comprensibili e ricorrenti nella storia, ma spero vivamente che non prevalga la tremenda tendenza dell’essere umano ad utilizzare i mezzi che la sua stessa mente ha concepito per scopi benefici, per fini deviati.
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