domenica 4 dicembre 2016

CONOSCI INTERNET MOLTO MENO DI QUANTO CREDI

CONOSCI INTERNET MOLTO MENO DI QUANTO CREDI 

Quanto conosci internet? Ti ritieni esperto, attento e responsabile?

Da una settimana Snowden è arrivato in Italia. Certo in molti, io per primo, non se ne erano accorti. No no, non lui, il film si intende, lui è ancora in Russia. Curioso però come una tematica attuale come la privacy su internet non riscuota tanto successo. O almeno, in ambito cinematografico è stato così: in Nord America il film sullo scandalo riuguardo NSA è uscito a settembre, e gli incassi non hanno ancora eguagliato i costi di produzione. Effettivamente sono argomenti di cui si è parlato e riparlato, è comprensibile che annoino. Di certo annoiano il neo presidente Donald Trump, che almeno in campagna elettorale di internet non ne voleva neanche sentir parlare, e ce lo fece capire a suon di tweet. In ogni caso, la lotta per la privacy, tre annetti dopo il datagate del 2013, è già fuori moda. Nessuno si è ancora spinto a dire che non sia una questione importante; però diciamocelo, quegli pseudo anarchici della rete, gli hacker-attivisti di Anonymous, oppure wikileaks e Julian Assange, e lo stesso Snowden, ci hanno stufato. Non è che siamo disinformati; come si dice, a volte tornano, e la disputa Apple-FBI seguita alla strage di San Bernardino in prima analisi ce lo dimostra, effettivamente ci fu un certo seguito da parte del pubblico. Ed anche i Panama Papers, quantomeno inizialmente, attirarono l'attenzione dei giornalisti. Già, però adesso, nei fatti, è cambiato poco o niente. Sì certo, sono fallite delle banche dall'etica discutibile, qualche società assicurativa poco trasparente, e moltissime persone, anche famose, sono state processate. Forse la quantità di dati era veramente enorme e non assimilabile, o più probabilmente, e paradossalmente, una finanza sempre più astratta non cattura l'attenzione di un pubblico sempre più scettico e insofferente verso di essa. Sarà che non la capisce, forse non vuole, forse non può. Anche se molti commenti vomitati nei social network fanno azzardare la seconda ipotesi, in ogni caso questo articolo non sta cercando qualcuno da incolpare. Al netto quello che conta è la situazione che si è venuta a creare. Una situazione vissuta con disinteresse.

Alla fine la verità è questa, il pubblico è questo, ed anche io e te (il più delle volte) lo siamo: disinteressati. Ripeto, a volte tornano, scoppia qualche scandalo qui e lì, e poi, ma poi, basta. Sì, forse in quest'introduzione si generalizza troppo, ma spesso è così. È comunque vero che molta parte del web e della politica è interessata alla questione privacy e uso dei nostri dati, ma riflettiamo sul fatto che ci si potrebbe mobilitare di più. Protezione (post San Bernardino) e divulgazione (datagates vari) di dati privati e anche intimi sono solo due dei tanti problemi che fanno parte di quel sistema chiamato internet 2.0, basato sul baratto, o altresì, più finemente, sulla commercializzazione degli stessi. Concedendo i nostri dati (gusti, fascia generazionale, precedenti penali etc.) ci viene garantito il sevizio. Questo è "internet 2.0", un mondo assai bello, sì, e non necessariamente negativo. Ha i suoi pro e i suoi contro: meglio l'anonimato assoluto, o la compravendita, la copia e la commercializzazione incontrastata dei nostri dati?
Questo è Google, non sempre così gratuito come sembra

Certo, la cosa migliore sarebbe un compromesso... Ma a questo punto ognuno di noi può analizzare pro e contro, fattori positivi e negativi delle due situazioni, e in qualche modo capire cosa preferire. 

Anzi no. Come vedremo, l' anonimato tutela il diritto d'opinione, protegge i dissidenti politici e tendenzialmente i diritti del consumatore... tendenzialmente, perche allo stesso tempo consente alle peggio criminalità (terrorismo compreso) di agire e comunicare incontrastate. Nel momento in cui vi è domanda e offerta di droga e armi, o iniziano a proliferare truffe e raggiri, il consumo che si viene a creare è leggermente diverso... Il fulcro del discorso arriva adesso, come tornano le provocazioni iniziali.


QUANTO CONOSCI INTERNET?

Per il momento abbiamo parlato di un mondo molto più bello e tranquillo (per quanto in realtà, come abbiamo dimostrato, già assai controverso) di quanto immagini: il web della Silicon Valley, di colossi come Google e Facebook, quel posto paradisiaco in cui tutti siamo interconnessi, e condividiamo le prime cavolate che ci vengono in mente, semplicemente perchè possiamo farlo...
Spesso lo avvertiamo come un qualcosa di negativo; in realtà l'internet in cui navighi, certamente controllato e sfruttato, ma anche protetto e tutelato, è frutto di grandi privilegi per l'utente medio. Non dico sia il paradiso, ma voglio ripeterlo: è molto più bello e tranquillo di quanto immagini... e anche molto ma molto più piccolo. Immaginati un iceberg.
No, non la foglia d'insalata. Un iceberg tipo questo.

Come vedi, la parte emersa, quella parte in qualche modo a noi più "accessibile" e che in mare notiamo subito, è davvero assai minuta in confronto alla massa che la sostiene. E, converrai con me, anche più sicura. Per "andare sotto" infatti, non ti puoi tuffare nudo nelle acque del circolo polare artico. In parole povere, il browserino che usi per andare a giocare su Age of Empires, non basta. Il prerequisito fondamentale per accedere al deepweb è TOR, che non solo è un browser che permette di navigarci, ma è anche la tecnologia su cui il deepweb stesso si basa. Attrettanto importante sarebbe munirsi di un buon antivirus.

 Ma che cos'è TOR (The Onion Router)? Entrando nei dettagli, questa è la pagina di wikipedia che lo spiega approfonditamente. A noi basta sapere che TOR cripta i messaggi "stratificandoli" e li fa rimbalzare in server e computer sparsi in tutte le parti del mondo in modo, che pian piano, come quando si sbuccia una cipolla (da cui il logo del progetto), decriptano il messaggio.

In questo modo gli indirizzi IP di mittente e destinatario rimangono in incognito. Ciò consente inoltre all'utente di entrare nei link .onion, riservati a questo sistema. Tralasciando i tecnicismi, il tutto è molto meno complicato di quanto sembra. Per accedervi basta digitare "tor" su Google, entrare in questo sito, e scaricarsi il browser. È così semplice che anche mio nonno e tua sorella di dodici anni, tutorial su youtube alla mano, potrebbero riuscirci. Ecco, da molti punti di vista questo può essere preoccupante.

*Disclaimer: visitare un sito, unicamente visitare, qualsiasi sia il suo contenuto, non è considerato reato (casi eccezionali a parte). In ogni caso ognuno è responsabile del proprio operato, i contenuti di questo articolo sono unicamente a scopo informativo e funzionali agli argomenti trattati. 

 L'anonimato totale comporta grandi problemi. Se ti sei scaricato TOR dovresti riuscire ad accedere a "The Hidden Wiki" .

Questo sito, gestito dall'intera community del deepweb, contiene i principali link dei servizi offerti da esso, ne è perciò lo snodo principale. Ora, il deepweb è molto più grande dell'internet a cui siamo abituati, ma è anche molto meno popolato: un po' come il vecchio west, qui l'anarchia regna sovrana. Quindi se accedervi è semplice, poi chiaramente le cose si complicano molto, perchè sia truffe che utenti inesperti sono molto frequenti. Però potenzialmente anche un qualsiasi bambino potrebbe entrare in siti che smerciano droga, armi, addirittura si possono assoldare dei serial killer-sicari.

Si, effettivamente Google, Facebook e colossi simili, anche se non esattamente gratis, non sono poi così male vero? Il deepweb è un posto molto pericoloso dove i poteri di multinazionali e governi sono molto limitati, e ciò chiaramente permette a tutti i tipi di criminalità esistenti al mondo di raggiungerti ed arrivare a casa tua con un click.

Esiste un rovescio della medaglia, che di certo non giustifica l'esistenza delle suddette comunità, e che certamente non rende il deepweb un posto migliore, siamo d'accordo. Ma lo rende necessario. Possiamo passare ore a discuterne, l'unico fine del mio articolo è quello di fornire i mezzi per giudicare. Diciamo però che ogni strumento, ogni invenzione, non è buono o cattivo di per sè, dipende da come lo si usa. Abbiamo iniziato parlando di Snowden, ebbene il darknet protegge e tutela milioni di dissidenti in tutto il mondo. Per loro l'anonimato è spesso equivalso alla vita. Qui infatti si trova il più grande archivio di dati governativi top secret, wikileaks.

Di nuovo, sta a ognuno di noi giudicare, ed allo stesso tempo informarsi riguardo la divulgazione di segreti di stato. Chiaramente però, così come spesso anche le grandi democrazie occidentali hanno commesso azioni di etica discutibile e anzi antidemocratiche, chiaramente anche le dittature odierne hanno molti segreti da nascondere. Non sta a me giudicare ma assai spesso molti dissidenti operano nell'interesse dei loro concittadini, contro governi autoritari e antidemocratici. Wikileaks è un sito che permette appunto ai giornalisti di tutto il mondo di archiviare documenti riservati in anonimato, il più possibile al sicuro da eventuali intercettazioni.
Come si nota in questa videata

Adesso puoi rispondere. È meglio svendere i nostri dati in cambio di coccole, pubblicità ma anche protezione, o garantire l'anonimato a tutti e aprire la strada all'anarchia digitale?
Credi ancora che quello  facebook e google sia un monopolio antidemocratico, o che tutto il deepweb nel suo insieme sia da estirpare immediatamente?
Credo di aver dimostrato che un elemento non può prescindere l'altro, il compromesso è necessario. Che compromesso, come e in quale misura, spetta a te giudicarlo. Si spera che nel far ciò, questa lettura ti abbia aiutato.

 Andrea Manca.

Nessun commento:

Posta un commento