Ultimamente in Italia dilaga una totale disinformazione sull'utilità e, più generalmente, le funzionalità dei vaccini. Ma che cos'è un vaccino? Ne conosciamo realmente la corretta definizione?
Consultando internet ci imbattiamo immediatamente in una chiara esplicitazione del termine: "Il vaccino è un preparato contenente materiale costituito da proteine complesse a DNA eterologhe, cioè estranee, provenienti da microrganismi o parti di essi, opportunamente trattato per non perdere le proprietà antigeniche, e finalizzato ad essere utilizzato nel conferimento di immunità attiva al soggetto cui viene somministrato."
Dunque un vaccino è, di fatto, costituito dal virus disattivato dalle facoltà sintomatiche e di diffusione, che però mantiene l'importantissima proprietà di creare anticorpi, ovvero proteine in grado di neutralizzarne gli effetti dei virus presi in considerazione.
A livello Europeo, l'obbligo vaccinale era già abbastanza concreto nei primi decenni dell'Ottocento, data l'amplissima propagazione del virus del vaiolo, ma anche allora era soggetto a controversie e accesi dibattiti, tanto da sospenderlo per alcuni stati nel 1898. Ma analizziamo la questione italiana. In Italia sono quattro i vaccini obbligatori al momento della nascita: antidifterica (Legge del 6 giugno 1939 n. 891 – Legge del 27 aprile 1981 n. 166), antitetanica (Legge del 20 marzo 1968 n. 419), antipoliomielitica (Legge del 4 febbraio 1966 n. 51), antiepatite virale B; gli altri sono facoltativi, tuttavia sono fortemente consigliati dal sistema sanitario nazionale e somministrati gratuitamente, e sono il trivalente antimorbillo-parotite-rosolia (MPR), la vaccinazione contro le infezioni invasive da Haemophilus influenzae b, l'antimeningococcica, l'antiparotite, l'antirosolia.
Ai vaccini vengono spesso associati alcuni tassi di inefficacia e insicurezza per la salute, conseguenze che potrebbero derivare solamente da una preparazione del vaccino inadeguata o scorretta. Vogliamo dunque screditare alcune convinzioni comuni riguardo la distribuzione dei vaccini.
Una conseguenza estremamente rara è data dalla manifestazione delle complicanze legate alla malattia virale contro la quale si è stati vaccinati: le statistiche parlano di impossibilità di manifestazione dei sintomi o di casi con una percentuale in inferiore allo 0,00001%. Un altro studio di un medico inglese del 1998, rivelatosi una mera frode e dunque smentito senza però convincere del tutto il popolo italiano che ancora si mostra in molti casi diffidente dall'utilizzo di questo vaccino, afferma che il vaccino trivalente sia frequentemente collegato a patologie riscontrate in età pediatrica, quali l'insorgere dell'autismo, del morbo di Crohn o di altre patologie intestinali croniche. Nonostante lo studio sia stato dichiarato falso più e più volte, è riuscito ad insinuare (oltre a un'epidemia di morbillo in tutta Europa) il dubbio in moltissimi genitori europei e soprattutto italiani: è veramente necessario vaccinare mio figlio? E se il vaccino lo danneggiasse anziché proteggerlo da alcune malattie?
La risposta è sì, è assolutamente necessario, i vaccini sono realmente efficaci, non hanno effetti collaterali e proteggono da malattie altamente contagiose e di solito altrettanto gravi, o addirittura fatali.
Un'ulteriore testimonianza, che riportiamo qui di seguito, ci è offerta dal dottor Giorgio Tumiatti, primario all'ospedale Martini di Torino, al quale abbiamo posto alcune semplici domande per avere una certezza medica tangibile.
1. "Quali sono i pro nel vaccinarsi e nel vaccinare il proprio bambino?"
La vaccinazione, estesa a tutta la popolazione, protegge dallo sviluppare la patologia e soprattutto dalle complicazioni (anche mortali) di queste patologie. Ci sono vaccini obbligatori e facoltativi: questo è il beneficio di sottoporsi ai vaccini.
2. "Perchè alcune persone decidono di non vaccinarsi e di non vaccinare neanche il proprio bambino?"
Bisogna valutare questo beneficio, nel senso che anche vaccinandosi per una patologia non è detto che non la si possa contrarre comunque, sia perchè il vaccino può risultare inefficace, sia perchè nonostante il vaccino non si sviluppano gli anticorpi, e sia perchè anche il vaccino può avere degli effetti negativi, ma facciamo un esempio: se il morbillo, che in certi casi può essere mortale, contratto naturalmente causa una morte su 10.000 malati, se viene contratto a causa del vaccino causa una morte su 10.000.000, il che vuol dire che la morte a causa del vaccino è molto bassa. I vaccini trivalenti hanno abbassato di molto la mortalità infantile nei primi anni di età in Italia.
3. "Sono vere le voci e gli studi che legano l'autismo al vaccino?"
Secondo me no, è un'idea che periodicamente salta fuori come ipotesi sulla genesi dell'autismo, mentre la realtà è che ancora oggi non conosciamo le cause dell'autismo, e quindi a volte capita che qualcuno sostenga che l'autismo sia un effetto secondario conseguente alla vaccinazione. Ritengo che non ci sia alcuna prova scientifica: spesso si immagina che anche alcune patologie neurodegenerative come la sclerosi multipla o la sclerosi laterale amiotrofica siano secondarie all'utilizzo dei vaccini, ma non è così; è vero però che una delle complicanze a lungo termine di alcuni virus (come il sopracitato morbillo) sono le cosiddette malattie di virus lenti: una volta che si è venuti in contatto con un determinati virus si contrae una malattia neurodegenerativa a distanza magari di 30, 40, 50 anni. Chi compie questi studi crede che se non ci si fosse vaccinati probabilmente non si sarebbe presentata questa malattia neurodegenerativa, che quindi sarebbe una complicazione a lungo termine del vaccino, ma non esistono prove scientifiche che le cose stiano così.
Il nostro parere quindi, e anche quello del dottor Tumiatti è il seguente: le vaccinazioni possono apportarvi solo benefici, perciò presentatevi alla vostra ASL quando necessario, e portate i vostri figli; l'unico rischio, è qualche strillo dopo che il bambino avrà visto il piccolo ago della siringa.
(Soraya Guastella e Jacopo Ruffino)
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