Il bullismo è un
fenomeno pericoloso e di grande impatto sociale, che spesso viene
minimizzato e non viene trattato con la dovuta attenzione. Esso ha
saputo sopravvivere negli anni, adattandosi continuamente ai
cambiamenti della società. Se una volta, il volto di un bullo, si
identificava nello stereotipo del ragazzo che in classe ti rubava la
merenda o ti picchiava nei corridoi, oggi il volto del bullo e’
diventato anonimo, schermato da un profilo, che permette la creazione
di un alter ego più forte e coraggioso. E così, come la figura
del bullo, anche le conseguenze sono cambiate. Oggi più di prima è
difficile scovare il bullismo perchè le ferite, oltre a essere
invisibili, persistono nella psiche anche dopo la fine dell’atto in
sè per sè.
Ma non tutti sanno la bizzarra digressione che ha
avuto il termine “bullo”. L’etimologia è da ricondurre alla
parola olandese “boel”, fratello, che successivamente arrivò in
area anglosassone diventando “bully” che, in origine, significava
tesoro, riferito a una persona. Oggi quello stesso fratello è
diventata una persona che, senza nessuna forma di risentimento,
colpisce individui ritenuti più deboli e incapaci di difendersi.
Oltre a minimizzare questo fenomeno, il pensiero comune tende a
classificare il bullismo come un problema riguardante solo la fascia
dei giovani e giovanissimi.
Nella realtà, il bullismo si perpetua
anche in ambienti lavorativi; basti pensare a quante volte abbiamo
dovuto agire seguendo le direttive di un superiore, senza poter
esprimere il nostro parere. E se il mobbing ci sembra subdolo, ancora
più infimo e celato è lo stalking, in cui l’aguzzino priva
della libertà personale la sua vittima e la perseguita in modo
silenzioso come un’ombra.
Ma se il seme del bullismo è l’odio gratuito verso persone ritenute più deboli, la sua cura è il coraggio. Il coraggio di chi decide di ribellarsi alle ingiustizie e di chi, pur non essendo una vittima diretta, decide di denunciare un atto di bullismo portando alla luce ciò che si cela all’ombra della meschinità umana. Sempre più gli “influencer”(persone famose dello spettacolo) si adoperano in campagne di sensibilizzazione contro il bullismo fisico e psicologico, nella speranza che un giorno non troppo lontano, la parola bullo torni a essere quel fratello importante, come un tesoro che ti sta a fianco.
Ma se il seme del bullismo è l’odio gratuito verso persone ritenute più deboli, la sua cura è il coraggio. Il coraggio di chi decide di ribellarsi alle ingiustizie e di chi, pur non essendo una vittima diretta, decide di denunciare un atto di bullismo portando alla luce ciò che si cela all’ombra della meschinità umana. Sempre più gli “influencer”(persone famose dello spettacolo) si adoperano in campagne di sensibilizzazione contro il bullismo fisico e psicologico, nella speranza che un giorno non troppo lontano, la parola bullo torni a essere quel fratello importante, come un tesoro che ti sta a fianco.
Vi lascio riflettere su questo tema con l'aiuto di una canzone che può dare coraggio e speranza ai giovani, che si sentono soli e può far uscire il guerriero che c'è in loro.
Talò Marco Francesco
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