domenica 4 dicembre 2016

Antigone e le leggi naturali e umane

Il 18 novembre 2016 alcune classi del Liceo Alfieri sono andate a vedere due spettacoli incentrati sulla storia di Edipo al Teatro Astra di Torino, messi in scena dalla Compagnia teatrale Mauri Sturno. Il secondo, Edipo a Colono tratto dall’omonima tragedia scritta dal drammaturgo greco Sofocle. 

Trama 
Edipo, allontanatosi volontariamente dalla città di Tebe per non contaminarla con la sua colpa, vaga di città in città, accompagnato dalla figlia Antigone, finché giunge nel demo attico di Colono, alle porte di Atene. Gli abitanti della città, in un primo tempo, vogliono scacciarlo per paura della contaminazione, poi, impietositi dal racconto della sua vicenda, si rivolgono al loro re Teseo.
                                          Elena Arvigo nei panni di Antigone.
Giunge nel frattempo da Tebe Ismene, sorella di Antigone e figlia di Edipo. La ragazza comunica al padre il pericoloso litigio per il possesso del regno che oppone i due fratelli Eteocle e Polinice e gli rende noto il responso dell'oracolo, in base al quale la città che avesse offerto la sepoltura a Edipo sarebbe stata inviolabile. Arriva in seguito Teseo, che, dopo aver parlato con Edipo, gli garantisce assoluta protezione nel suo territorio. 
Il vecchio deve comunque affrontare sia Creonte sia il figlio Polinice, che giungono entrambi con il fine di ricondurre in patria il vecchio re. Edipo si oppone risolutamente al cognato, che addirittura rapisce, per conseguire il suo scopo, Antigone e Ismene. Teseo, però, riesce a recuperare le ragazze e costringe Creonte a tornarsene a Tebe. Per intercessione delle sorelle e di Teseo stesso, Polinice ottiene un colloquio con il padre, che si conclude in modo funesto con la predizione da parte di Edipo della morte dei due fratelli. Quando sulla scena si ode un tuono, Edipo si avvia, seguito da Teseo, verso il bosco sacro alle Eumenidi. Dopo aver svelato al re i segreti necessari a garantire la buona sorte di Atene, Edipo prodigiosamente scompare. La tragedia si conclude con il ritorno di Antigone e di Ismene a Tebe, nel tentativo di migliorare la sorte dei fratelli.

Antigone 
Tra i vari personaggi presentatici durante lo spettacolo, uno che ci è sembrato particolarmente interessante è stato quello di Antigone, una delle figlie di Edipo, lì interpretata da Elena Arvigo. 
Antigone assiste all’uccisione dei due fratelli Eteocle e Polinice che si uccisero reciprocamente. Uno difensore della città venne sepolto con tutti gli onori, l’altro che andò contro la sua città venne abbandonato alle prede selvagge, così ordinò il nuovo re di Tebe Creonte.
Antigone non obbedì a ciò perché andava contro le leggi della religione e della pietà. Prima chese aiuto alla sorella Ismene che si rifiutò, in seguito scappò e diede una sepoltura al fratello.
Quando Creonte lo scoprì, la condannò a morte. Il figlio di Creonte, Emone, promesso sposo alla fanciulla, cercò di convincere il padre a lasciare andare la donna, ma questo desistette , e quando scoprì il suicidio della promessa sposa, si ammazzò sul suo cadavere.
Dalla morte di Antigone scaturirono altre morti, come quella della madre di Emone, morta per il troppo dolore.
Antigone è descritta come una donna forte e sicura di sé e sembra che ciò che è accaduto alla sua famiglia non sia stato nulla per la sua fierezza. Per lei il legame di sangue con il fratello è più importante della legge umana di Creonte. Anche se scoperta e condannata a morte da Creonte, rimante convinta dei suoi ideali.

Leggi umane e leggi della natura 
Dal mito di Antigone si recepisce la netta differenza tra leggi della natura e leggi umane, che nel corso della storia della filosofia è stata oggetto di discussione. Nonostante sappia che per legge era proibito dare una degna sepoltura al fratello, Antigone mette al primo posto la legge della pietà, e quindi della natura, ritenendola più importante per sé stessa. 
In un estratto da "La Verità" di Antifonte, sofista oligarca greco del V secolo a. C. egli dichiarò come sia possibile sfuggire in qualche modo alle leggi umane, mentre non è possibile con quelle della natura. 
In un certo modo le leggi umane vanno contro quelle della natura: le leggi ci dicono cosa vedere con gli occhi, cosa sentire con le orecchie, cosa fare con le mani e dove andare con i piedi, andando contro all’istinto che è il principio delle leggi della natura.

Sara Conte e Anna Sofia Curto

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