sabato 3 dicembre 2016

Netflix sbarca in Italia: come cambierà il mondo della televisione?


Il 22 ottobre 2015 è arrivato in Italia Netflix, l'azienda che offre film e serie TV in streaming.
Fondata nel 1997 da Reed Hastings e Marc Randolph, la società ha oltre 69 milioni di utenti in tutto il mondo e questo numero continua a crescere.  Netflix è diventato anche un produttore di successo di numerose serie originali, come House of Cards e Orange is The New Black.
Reed Hastings

 Alcuni dati mostrano che Netflix è diventato il market leader globale nel settore della pay TV e dei servizi di video-on-demand, oltre che il principale vettore nella diffusione dei servizi video a larga banda, che ormai costituiscono oltre il 50 per cento del traffico internet.

Nato come venditore per posta di dvd, Netflix ha lanciato i servizi in streaming video su internet già nel lontano 2007, all’alba della nuova era della cosiddetta distribuzione over-the-top, sostituendosi negli Usa agli operatori dominanti pay TV. Secondo alcune previsioni (Ampere Analysis) alla fine del 2020 raggiungerà 130 milioni di abbonati. Negli Usa un terzo di coloro che hanno accesso a questo tipo di servizi hanno ormai abbandonato quelli pay TV tradizionali.


L’arrivo di Netflix non lascia indifferenti i concorrenti, che da tempo hanno messo a punto servizi analoghi, in previsione della minaccia incombente. Sono passati quasi due anni dal lancio di Infinity di Mediaset e poco dopo è nata Sky Online. Questi stessi servizi sono entrati poi a far parte di offerte delle compagnie di telecomunicazione per attrarre abbonati e promuovere l’offerta congiunta del cosiddetto quadruple play (telefonia fissa, mobile, dati e TV). Più di recente è stato sottoscritto un importante accordo tra Sky e Telecom Italia per l’offerta su reti a banda ultra larga dell’intero pacchetto di Sky. Analoghi accordi pare che Telecom Italia abbia sottoscritto anche con Mediaset e Netflix e lo stesso avrebbe fatto Vodafone. A tutto ciò si aggiungano altri servizi presenti da tempo come Chili e Tim Vision, per cui oggi si contano in Italia circa quindici servizi di Vod a pagamento (a consumo o per abbonamento). Insomma, lo sbarco di Netflix in Italia non avviene in un panorama desolato e non trova impreparati i vari operatori del settore.


Nel valutare l’espansione sui mercati internazionali, Netflix tiene normalmente conto di alcuni fattori: infrastruttura broadband, inclusa velocità, penetrazione nelle abitazioni e previsioni di crescita; accessibilità dei contenuti e costo; consumo d’intrattenimento e preferenze dei consumatori; contesto competitivo. Il catalogo di Netflix appare oggi ampio e attraente e potrà ulteriormente crescere. Dal punto di vista della domanda audiovisiva, l’Italia è molto più avanzata di quel che si crede e dunque le possibilità di sviluppo dei servizi on demand saranno analoghe, se non superiori, a quelle degli altri paesi dove Netflix è già presente.
La competizione inizialmente non sarà molto accesa, perché si affermerà un modello complementare di fruizione. Ma questo aprirà la strada a un cambiamento radicale del broadcasting: il primo a risentirne sarà il settore della TV a pagamento. Quanto alla TV, si determineranno forti cambiamenti sui modi in cui gran parte della popolazione, soprattutto quella più giovane e più familiare all’uso di internet, accederà in futuro ai contenuti audiovisivi, che costituiranno oltre il 60 per cento del consumo di internet nei prossimi anni.

Lara Vaudano

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