Louisa Clarck è stata licenziata dopo anni di lavoro dal padrone del locale in cui era cameriera. A casa sua gli altri componenti della famiglia non se la passano meglio e il suo contributo era essenziale. Accetta così un'offerta di lavoro da parte di una ricca famiglia: deve fare compagnia a Will, il figlio trentenne divenuto quadriplegico dopo che era stato investito da una moto. Costui vorrebbe rimanere a crogiolarsi nel suo dolore e la presenza della ragazza, tanto goffa quanto sensibile e piena di buona volontà, lo infastidisce. Non sarà sempre così anche se il giovane ha in serbo per lei una sorpresa. Dopo Quasi amici ed il successo che ha ottenuto, è diventato molto difficile affrontare il tema del rapporto tra due personalità molto differenti, una delle quali sia affetta da disabilità grave. Ci prova Thea Sharrock, sostenuta nell'impresa dal successo che il romanzo di Jojo Moves ha avuto presso le lettrici di molti Paesi. Il problema è che la scrittrice è anche l'autrice della sceneggiatura e deve aver fatto una certa fatica a tagliare alcune situazioni che probabilmente funzionavano sulla carta ma che sullo schermo vanno a costituire quella patina di romanticismo prevedibile che finisce con lo sconfinare nello stereotipo. Perché 'lui' è bello, è ricco (ha un jet privato), vive in un castello e assomma in sé tutte le caratteristiche del principe azzurro su sedia a rotelle. La goffaggine e i capi di vestiario di lei sono funzionali all'alleggerimento della situazione e, a tratti, danno anche una connotazione di realismo al rapporto. In particolare dopo che Will le rivela una sorpresa (si suggerisce agli spettatori di non farsi attrarre da possibili spoiler perché finirebbero con il perdersi la scoperta di un elemento che offre una reale occasione di riflessione). Se si fosse avuto più coraggio si sarebbe potuto puntare di più su questo elemento senza finire con il disperderlo tra un volo e uno scenario esotico. Va inoltre notato che gli appassionati spettatori de Il trono di spade troveranno la loro Daenerys Targaryen (leggi Emilia Clarke) decisamente mutata anche sotto l'aspetto fisico e avranno la possibilità di riconoscere un altro interprete della serie impegnato su questo set.
Il film tratta degli argomenti molto complessi e spesso molto stereotipati, al di là dei sentimenti, infatti, troviamo la disabilità, la malattia e l’eutanasia. Il film si mostra, fin da subito, incerto e confuso, ricalcando cliché già visti e trattati, in cui la ragazza di umili origini viene inserita in un ambiente alto-borghese, prendendo largamente spunto da commedie incentrate sugli scontri sociali e sulle limitazioni fisiche come “Quasi Amici” e “Colpa delle stelle”, film campione d’incassi nel 2014.Tutto sommato mescolare le idee avrebbe potuto dare vita a qualcosa di innovativo e spettacolare se non fosse per i numerosi vuoti che, fino alla fine, non vengono colmati del tutto. Io prima di te appare spesso ridondante e traspare chiaramente il divario rispetto al romanzo, con i personaggi secondari (ad esempio la madre di Louisa), che spesso escono di scena in maniera abbastanza casuale e inconcludente. Una delle note positive di questa pellicola sono decisamente i protagonisti, amati e apprezzati dal pubblico per motivi diversi. La bella Emilia Clark stupisce tutti con un personaggio goffo, ironico e totalmente diverso e decisamente meno intrigante rispetto all’incantevole e temibile madre dei draghi Daenerys Targaryen ne “Il trono di spade”. Sam Clafin amato da grandi e piccine per le sue eccezionali interpretazioni in “Pirati dei Caraibi”, “Hunger Games” e “#Scrivimiancora” in questa pellicola si mostra capace di cogliere e rappresentare al meglio le emozioni, lasciando trasparire il dolore e la rassegnazione dovuta alla condizione fisica del proprio personaggio. Il rapporto che viene a crearsi tra due protagonisti che, nonostante godano di una discreta chimica fra loro, rimane imprigionato in deludenti stereotipi senza mai comunicare qualcosa di più profondo e coinvolgente, se non in un timido accenno verso la fine. I temi affrontati quali l’amore e la morte, così delicati quanto scottanti e a volte scomodi trovano poco riscontro e spessore nella trama tanto da essere bloccati ancor prima di svilupparsi.Il finale è senz’altro ben studiato, riesce a toccare le corde giuste così da riuscire a far commuovere un discreto numero di spettatori, puntando tutto sul disagio fisico del protagonista e provando a nascondere tra le lacrime del pubblico i numerosi punti di domanda di un film con un gran potenziale ma decisamente mal gestito.La fotografia di Remi Adefarasin, conosciuto per i suoi lavori in Elizabeth, About a boy e Match Point, rende la pellicola più romantica e poetica regalando allo spettatore immagini nitide e ricche di colori. Ottima scelta per quanto riguarda la colonna sonora di Craig Armstrong che assieme alle musiche di Ed Sheeran, “Photograph” e “Thinking Out Loud”, coinvolgono e commuovono il pubblico.Non c’è che dire a contribuire notevolmente all’ottimo riscontro con il pubblico è la presenza di due grandi attori (3,4 milioni d’incasso)ciononostante, la pellicola ampiamente pubblicizzata non è riuscita ad essere all’altezza delle aspettative, seppur cercando di recuperare con un finale furbo e ben ideato per conquistare il cuore dei molti spettatori. Voto 7 Io,francamente,non sono molto d'accordo sul voto che è stato attribuito a questo best seller. Avendo solo letto il libro,non posso contestare i commenti fatti sul film. Sinceramente l'ho trovato molto interessante e avvincente,anche per la storia che si racconta.Molto commovente e appassionante,con anche dei retroscena molto interessante.Ti fa aprire gli occhi sulla vita e come da un giorno all'altro può cambiare. Quindi io mi sento di dare un bel 9 a questo capolavoro.
Carlotta Gentile
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