Come è ormai noto il neo-sindaco di Roma Virginia Raggi non ha dato l’assenso all’iniziativa bloccando ogni cosa. Ha giustificato il tutto fondamentalmente con le argomentazioni dell’insostenibilità economica di un evento così costoso per una città già piena di problemi come Roma. Ha inoltre aggiunto che teme eventuali ruberie e infiltrazioni mafiose. Il tema infatti è ovviamente molto dibattuto anche in politica. Ci sono esempi a favore del no come Atene 2004 che ha sensibilmente contribuito a mettere economicamente in ginocchio la Grecia e a favore del sì come Torino 2006 che ha lasciato una mole di turisti molto aumentata e una ventata d’internazionalità che la città non aveva mai conosciuto, oltre che diversi impianti sportivi all'avanguardia (anche se qui, emergono altre critiche anche abbastanza gravi: pensiamo alla pista di bob di Cesana da allora inutilizzata, o allo status più o meno fatiscente del villaggio olimpico odierno).
Il quesito fondamentale riguarda quindi i conti economici della città capitolina che ovviamente non possiamo conoscere, ma bisognerebbe anche riflettere sul fatto che un’Olimpiade oltre che un impatto economico, positivo o negativo che sia, ha un impatto culturale e di valori legati allo sport. Gli impianti costruiti sì con grande dispendio di risorse potrebbero essere una spinta per le future generazioni come ad esempio avvenuto in Inghilterra, che con le strutture di Londra 2012 ha cresciuto una forte generazione di atleti che hanno portato gli inglesi a classificarsi al secondo posto nel medagliere delle recenti Olimpiadi di Rio, preceduti solo dagli imbattibili Stati Uniti. Inoltre il paese ospitante ha la possibilità di portare alle Olimpiadi un maggior numero di atleti avendo così più possibilità di medaglie, senza contare l’aspetto del tifo e dell’orgoglio che spinge gli sportivi che giocano in casa a risultati talvolta superiori alle loro stesse aspettative. Gli atleti olimpici italiani hanno infatti hanno formalmente scritto una lettera al sindaco invitandolo invece a raccogliere la sfida delle Olimpiadi. Anche fra loro comunque c’è chi si è mostrato scettico riguardo all’iniziativa sposando la causa dei pentastellati.
Io personalmente non nascondo di essere favorevole all'iniziativa, perché ritengo che le argomentazioni a favore che abbiamo appena trattato rappresentino un'opportunità per la città di Roma oltre che per tutta l'Italia. Vorrei proprio concentrarmi su questo fatto, si tratta di un opportunità: chiaramente sta a noi sfruttarla a nostro favore, bisogna essere capaci di perseguire seriamente un progetto così importante come questo: capisco quindi anche gli scettici e coloro che temono infiltrazioni mafiose, anche lecitamente, la storia italiana in fondo ce lo insegna. Però appunto ripeto che sta innanzitutto a noi cittadini comuni vigilare (e magari partecipare anche attivamente) alla preparazione dei giochi: secondo me non si può avere un atteggiamento scettico, disilluso e insofferente ancora prima di iniziare, perché personalmente ho fiducia (o quantomeno speranza) nel fatto che i cittadini italiani siano effettivamente in grado di sfruttare occasioni così importanti, opportunità come appunto dicevamo dal grande potenziale, che se sfruttate intelligentemente frutterebbero risultati molto più appaganti degli sforzi (ed anche, economicamente parlando, dei costi) iniziali.Il @Mov5Stelle a Roma con Virginia Raggi ha detto no alle Olimpiadi. L'esperienza greca dimostra che abbiamo ragione https://t.co/Z6UwHCpaYk— M5S Europa (@M5S_Europa) 8 novembre 2016
Certo dipende, o anzi sarebbe dipeso, da noi.
Ma con questo articolo non voglio né rimproverare le scelte fatte, né accusare qualcuno di negligenza, cecità o quant'altro. Semplicemente credo che il dialogo sia il migliore mezzo per capirsi a vicenda, e questa cosa in questi giorni, innanzitutto da parte dei politici di ambedue gli schieramenti, è mancata. Ho voluto esporre il mio punto di vista, ma come ho detto capisco ed ho cercato di rispondere a quelli diversi dai miei. L'unica cosa su cui vorrei riflettesse il lettore è proprio questa: non esistono proposte e opinioni giuste o sbagliate, l'unico modo per farsi un'idea è dialogare con e cercare di capire il prossimo. La politica italiana spesso fallisce proprio in questo.
Indipendentemente dalla nostra visione, sia da una parte che dall'altra, siamo sicuri di non essere stati influenzati dai politici? Siamo sicuri che entrambi gli schieramenti non abbiano effettivamente strumentalizzato un po' troppo la questione? Se non ci si pone queste domande, non c'è olimpiade che tenga.
Andrea Manca