Alla veneranda età di 90 anni l’oncologo Umberto Veronesi si spegne a casa sua nella sua Milano. Una figura controversa ma sempre positiva e fermamente convinta delle sue sue posizioni, dalla politica, all’etica, alla religione, alla medicina e più in generale alla scienza. I suoi funerali si sono svolti nel Palazzo Marino con rito laico accompagnato dalle note musicali di Puccini e Beethoven.
Veronesi è stato l’oncologo italiano se non europeo nella sua generazione, nato nel 1925 a Milano, dove rimarrà per gran parte della vita, dopo il classico si laurea in medicina a Milano e si specializza in chirurgia a Pavia. Da qui in poi inizierà le sue eterne e celeberrime ricerche contro il cancro, diventando prima direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori poi dell’organizzazione europea di ricerca e cura per il cancro. Nel 1991 fondò il suo Istituto europeo di oncologia e nel 2003 dà via alla Fondazione Umberto Veronesi. La sua lotta contro il cancro si incentrò sopratutto contro il cancro alla mammella per il quale teorizzò e spinse affinchè si usasse la quadrantectomia, ossia l’asportazione solo della parta tumorata del seno con una successiva radiografia per visionare e proteggere da un nuovo tumore.
Il cordoglio generale per la medicina è grande, ma servirà come “punto di riferimento per il futuro” come ricorda la prof.ssa Scorsetti, il suo obbiettivo principale era prima di tutto” dignosticare la psicologia del paziente attraverso il dialogo prima di iniziare ad intervenire” ricorda sempre le prof.ssa Scorsetti. La Fondazione Umberto Veronesi inoltre lo ricorda come un uomo che ha saputo trasformare in azioni i suoi valori,inoltre il grandissimo dolore segno però anche di speranza viene riassunto in questo tweet.
"Credere nella scienza significa credere nel futuro". Oggi per noi è un giorno tristissimo, grazie per i tuoi insegnamenti #GrazieProf pic.twitter.com/NR5QNzJPcP— Fondazione Veronesi (@Fondaz_Veronesi) 8 novembre 2016
L’influenza dell’oncologo è stata tale da far smuovere personalità importanti sia italiane sia mondiali, che pur non essendo medici lo ricordano anche loro come una grande personalità sia nel campo della medicina sia come personalità civile ferma e convinta nelle sue posizioni e che ha portato avanti le sue battaglie pur andando contro corrente. Per prenderne due dai tanti di due personalità completamente diverse; Giorgio Armani, celeberrimo stilista italiano, dice che è stato “un uomo che ci ha insegnato che nessuna parola è più efficace della scienza per far tesoro del passato per prepararsi al futuro”, il premier italiano Matteo Renzi invece lo ricorda con un tweet molto semplice ma che rende bene l’idea comune che l’oncologo si è fatto di sè “un grande italiano”. Sicuramente il vuoto che Veronesi ci ha lasciato è immenso ma egli stesso,poichè credeva molto nel futuro, ci ha dato gli strumenti per continuare la sua missione in cui ha speso tutta la sua vita e da cui tutti noi ne ricaviamo.
Ricordo Umberto Veronesi, un grande italiano— Matteo Renzi (@matteorenzi) 8 novembre 2016
Philip Miglietta
Nessun commento:
Posta un commento