martedì 22 novembre 2016

LUPI MANNARI, VAMPIRI E ALTRE CREATURE

Sentiamo parlare continuamente di vampiri e lupi mannari oggigiorno, ce li hanno presentati in tutte le forme: da "Dracula" di Stoker o "Voglia di vincere" (Teen Wolf) con regia di Rod Daniel, alle modernissime serie televisive quali "The Vampire Diaries" o "Teen Wolf", che termineranno entrambe quest'anno.
Proprio in "onore" della fine di queste due serie televisive molto amate e che trattano in modo egregio e ben modernizzato del mondo sovrannaturale, voglio analizzare più a fondo alcune delle mitologie trattate.









          













Sia in Teen Wolf che in The Vampire Diaries, è molto presente la figura del licantropo, identificata in ragazzi maledetti che oltre ad affrontare i drammi adolescenziali, si trovano anche a dover far fronte a queste loro capacità sovrannaturali. Ma da cosa nasce la credenza della licantropia?
Secondo la leggenda, il lupo mannaro sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (o secondo alcuni lo sono già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio. I motivi per cui si può venire maledetti sono molteplici: eresia, empietà, antropofagia. Nella narrativa e nella cinematografia dell'orrore sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Il mito di un essere umano che si trasforma in lupo o viceversa è antico e presente in molte culture. I miti che riguardano la figura del lupo hanno origine, con buona probabilità, nella prima età del bronzo. Il substrato di religioni e miti "lunari" e femminili degli antichi europei, si innestò nel complesso delle religioni "solari" e maschili delle popolazioni nomadi sbarcate in Europa, dando vita al mito originario, in cui spesso il lupo è protagonista. Le leggende relative agli uomini-lupo si moltiplicano in tutta l'Europa dall'Alto Medioevo in poi. Dal Settecento in avanti si tenderà a sconfessare apertamente la possibilità che un essere umano si muti fisicamente in un lupo, e la licantropia rimarrà contemplata solamente dalla psichiatria come affezione patologica che porta il malato già "lunatico" a credersi bestia a tutti gli effetti.Vi sono anche altre tradizioni secondo le quali dormire sotto la luna piena porta alla licantropia, o cogliere un fiore nero, poiché è un colore che le infiorescenze in natura non assumono quindi indica soprannaturalità e probabile matrice diabolica. 
Il morso come veicolo dell'infezione licantropa è una trovata narrativa relativamente moderna, dovuta, quasi certamente, a una contaminazione proveniente dalle storie sul vampirismo.
(visione moderna dei lupi mannari; da Teen Wolf)
(visione antica)







   

    












Parlando di vampirismo, la figura del vampiro è molto abusata da libri e film oggigiorno, ma cosa si nasconde realmente dietro questa figura mitologica?
Il vampiro è un essere con origini slave che sopravvive nutrendosi dell'essenza vitale (generalmente sotto forma di sangue) di altre creature. Nonostante entità di tipo vampirico siano diffuse in numerose culture ed epoche, il termine "vampiro" divenne popolare solo agli inizi del XVIII secolo in seguito all'influenza delle superstizioni presenti nell'Europa dell Est, dove le leggende erano molto popolari, sebbene fosse noto anche con altri termini, come βρυκόλακας in Grecia e Strigoi in Romania. In quello stesso periodo, la superstizione nei confronti dei vampiri crebbe a tal punto da far nascere una grave isteria collettiva che, in alcuni casi, portò a piantare paletti nei cadaveri e ad accusare alcune persone di vampirismo. Nonostante molte altre culture tramandino superstizioni riguardanti non morti o altri spiriti redivivi, quello concepito dalla mitologia slava è considerato il vampiro per eccellenza. Le radici della convinzione dell'esistenza dei vampiri in questa cultura sono basate sulle credenze e pratiche pre-cristiane del popolo slavo e sulla loro concezione di oltretomba. Infatti, alla morte di un parente, veniva lasciata una finestra aperta, di modo che l'anima potesse entrare e uscire a suo piacimento. Si credeva che durante questo periodo l'anima avesse la capacità di poter rientrare nel corpo del defunto. Molti riti sepolcrali avevano lo scopo di assicurare la purezza dell'anima una volta separata dal corpo. La morte di un bambino non battezzato, una morte violenta o prematura, la morte di un grave peccatore (come uno stregone o un assassino) o una sepoltura non appropriata erano tutte cause di impurità dell'anima. Un'anima impura era molto temuta dagli slavi poiché era potenzialmente vendicativa. Da queste credenze riguardo alla morte e all'anima deriva il concetto slavo di vampiro. Un vampiro è, dunque, la manifestazione di una spirito impuro che sta possedendo un corpo in decomposizione. Questa creatura non morta è vendicativa e gelosa nei confronti dei vivi, da cui succhia sangue per sopravvivere. 

(visione moderna dei vampiri, da The Vampire Diaries)
(visione antica)





   






                            










Oltre a questi due culti sovrannaturali molto conosciuti, ci sono alcune credenze minori molto interessanti e trattate, anche in modo approfondito, nelle due serie televisive sopra citate: 
- Il Wendigo è una figura demoniaca della mitologia dei Nativi Americani. Lo spirito può assumere sia caratteristiche prettamente umane che quelle di un mostro umanoide. Le caratteristiche di questo essere non possono essere descritte con precisione, poiché variano a seconda della tribù, ma si tratta comunque di una creatura maligna divoratrice di uomini. Si dice sia figlio dell'Inverno e della Fame. Ha grandi artigli, corpo scheletrico ed emaciato e labbra assenti o almeno non sufficientemente grandi da coprire gli enormi denti. Il Wendigo si muove molto velocemente, tanto da consumare i propri piedi per l'attrito con il terreno. I piedi poi cadrebbero e verrebbero sostituiti. È capace di imitare la voce umana e i versi degli animali. Rincorre le sue prede umane per lunghi tratti, finché queste non impazziscono, poi le trascina nella tana per mangiarle vive. Si dice inoltre che la creatura abbia il cuore di ghiaccio e che l'unico modo per liberarsene sia proprio di sciogliere il suo cuore con il fuoco. Secondo la tradizione, un uomo (di solito un cacciatore) si trasforma in Wendigo se viene morso da un altro Wendigo, se viene posseduto da uno spirito durante il sonno, oppure se si nutre per lungo tempo di carne umana. La trasformazione in Wendigo può anche essere causata da uno sciamano. Secondo altre fonti ogni Wendigo un tempo era una persona, un indiano pellerossa o un cacciatore, che durante un inverno rigido è stato esiliato senza cibo e approvvigionamenti e per sopravvivere è dovuto diventare cannibale. Secondo alcune credenze mangiare carne umana dà qualità come velocità, forza e immortalità. È così che dopo anni e anni si diventa un cacciatore intelligentissimo e imbattibile ma soprattutto perennemente affamato.
(visione moderna dei Wendigo, da Teen Wolf)
(visione antica)





























                                                             
La Banshee è uno spirito femminile, descritto generalmente come una bella donna dai capelli lunghi, con indosso un vestito verde ed una mantella grigia. Può apparire sia come una donna che canta, sia come una donna piangente avvolta da un velo. Altra caratteristica sono gli occhi perennemente arrossati dal pianto. Il termine Banshee significa "donna delle fate", dal gaelico bean, "donna", e sidhe, “fata”. Fa parte del piccolo popolo ed è uno spirito che spesso viene classificato tra quelli maligni, anche se in realtà nelle antiche leggende viene descritto semplicemente come uno spirito femminile che si aggira attorno a paludi e fiumi, nelle sorgenti o nelle colline d'Irlanda, o legato a una famiglia specifica. Quando un membro della famiglia protetta muore, o è in procinto di morire, la Banshee piange disperata e urla. Tali lamenti sono noti col termine di keening (dal gaelico caoineadh"lamento"). Le grida possono anche essere di vittoria, quando quella che ha subito la perdita è una famiglia nemica.
(visione moderna delle Banshee; da Teen Wolf)
    (visione antica)











                                          

-La caccia selvaggia è un tema mitologico originario dell’Europa settentrionale, a struttura narrativa di tutte le versioni del mito si fonda su questa premessa: un corteo notturno di esseri sovrannaturali attraversa il cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosa battuta di caccia, con tanto di cavalli e segugi. Essere testimoni della Caccia selvaggia viene considerato presagio di catastrofi e sciagure; i mortali che si trovano sul cammino del corteo sono in genere destinati a essere uccisi (rapiti e portati nel Regno dei morti). In Italia, soprattutto nell'area alpina, la Caccia selvaggia viene associata a lontane luci, scalpitio di zoccoli, abbaiare di cani, urla demoniache, e un forte sibilare del vento. Il protagonista della caccia in questa zona si chiama Beatrik e viene associato alla figura di Teodorico il Grande. La leggenda col tempo è stata inquadrata in una cornice Cristiana che ne ha modificato i suoi connotati soprattutto nell'esito finale, utilizzandola a fini di ammonimento; in questa variante, l'intervento di un religioso riesce ad allontanare il corteo infernale. Il nome con cui viene indicata la mitica Caccia selvaggia cambia di nazione in nazione attraverso l'Europa, ma anche spostandosi da una singola regione all'altra. In Inghilterra si chiama Wild Hunt, in Scozia Sluagh, in Germania Wutende heer, in Francia Chasse Arthur, in Svizzera Struggele selvaggia. Considerando solamente l'Italia, viene definita in Lombardia Caccia Morta (o Cascia Morta in dialetto lombardo) o Caccia del Diavolo, in Piemonte Corteo dla Berta o Càsa d'i canètt, in Trentino Cazza selva dega.


(visione moderna della caccia selvaggia)
(visione antica)




                                                                               
-Infine, la yako o nogitsune nella mitologia giapponese è una volpe (kitsune) maligna e dispettosa, che si differenzia dalle benevoli "zenko" per la sua natura maliziosa e malvagia. Come narra una leggenda giapponese essa avrebbe la capacità di possedere le persone, che quando entrano in tale stato sono chiamate yako-tsuki. L'aspetto della yako è perlopiù sempre lo stesso nelle varie leggende, e si differenzia dalle volpi normali per i colori bianco e nero. Originariamente le leggende indicavano la yako come invisibile agli occhi. Si narra che porti sempre dietro di sé una grande folla di volpi che cammina con lei. Chi è posseduto da un nogitsune mostra sintomi simili a quelli di una malattia. Si dice che quando una si nasconda sotto le ascelle di qualcuno, quella persona sarebbe divenuta uno yako-tsuki. Si narra che il contatto con la lingua di una yako provochi prima bruciature e tagli, poi il vaiolo ed infine la morte. Per liberarsi dal vaiolo di una nogitsune bisogna spargersi con le ceneri della corteccia di uno quercia tagliata con una spada.

(visione moderna del Nogitsune; da Teen Wolf)
     (visione antica giapponese)




















                                                                
                                                                                                

                                                                                                   Chiara Gellato




   

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