Dal 17 al 20 Novembre la compagnia Mauri-Sturno ha portato a Torino e in altre città italiane le tragedie di Sofocle "Edipo Re" e "Edipo a Colono", che narrano la vicenda di Edipo, uomo dal destino tragico.
Durante il primo spettacolo troviamo Edipo (interpretato da Roberto Sturno) che, lentamente viene a conoscenza della sua storia drammatica,affiancato da Giocasta, la moglie/madre, Creonte, il cognato, Tiresia, l'indovino e dal coro,che viene,però interpetato da una sola persona sul palco che interagisce con gli attori.
Alla regia di questo primo spettacolo troviamo Andrea Baracco.
Roberto Sturno (Edipo,a sinistra) e Glauco Mauri (Tiresia,a destra)
Nel secondo spettacolo "Edipo a Colono",il protagonista arriva a Colono,provincia di Atene,cieco,accompagnato dalla figlia Anitgone,lì,chiede ospitalità a Teseo,re di Atene ed infine,dopo aver preso coscienza del suo destino,ed aver compreso sè stesso,dopo vari eventi atmosferici particolari,si lascia morire.
Qui Edipo è in scena insieme alle figlie Antigone e Ismene,Teseo,e un coro in scena dal quale "escono" i personaggi principali con un espediente scenico rilevante: tutti i partecipanti al coro sono incappucciati e si rivelano quando eè il loro turno di interagire con Edipo.
Nel complesso,l'opera risulta piacevole e intensa,si può preferire il primo spettacolo per la trasposione nel presente della tragedia antica,per la scenografia d'impatto e la maggiore energia struggente;o si può preferire il secondo per la maggior attinenza al testo originale,o per la trovata geniale del coro in scena,o per i dialoghi più profondi.
Attraverso la storia di Edipo,che risulta ancora attualissima viviamo un percorso di conoscenza dell'interiorità dell'uomo che ciascuno,almeno una volta,deve vivere.
Fantasy. Da genere riservato a pochi lettori è diventato un fenomeno di massa. Anzi addirittura planetario grazie al cinema con la celebre saga de Il Signori degli Anelli o serie tv come Il trono di spade tratta dalla saga di George R.R. Martin.
La compagnia dell'anello. Scena tratta dal film Il Signore degli Anelli
Secondo uno dei massi esperti di questo genere, ma anche giornalista e scrittore Gianfranco de Turris le saghe fantasy hanno avuto così successo perchè l'uomo contemporaneo ricerca in un universo alternativo quei valori e quei modi di essere che il mondo reale non gli offre più.
Il Fantasy nel senso moderno del termine era nato nell'Ottocento, ma le sue radici sono ben più antiche. Il suo principio risiede nel mito del mondo antico con cui hanno in comune il fine : trasmettere i valori.
Gli ingredienti di una buona trama fantasy rimangono quasi sempre gli stessi : per esempio la chiamata dell'eroe, il viaggio, i pericoli da affrontare, la fanciulla da salvare, l'avventura.
La struttura del Il Signore degli Anelli, scritto dal celebre Tolkien, è proprio così come d'altronde è quella dell' Iliade el'Odissea.
Chi viene considerato il padre del fantasy?
J.R.R. Tolkien
J.R.R. Tolkien, nasce nel 1892 in Sud Africa, da genitori inglesi. Dopo la morte del padre, all'età di 3 anni insieme alla madre si trasferisce in Inghilterra in un sobborgo di Birmingham. Inizia nel 1910 gli studi presso la celebre università di Oxford che terminerà dopo la sua partecipazione alla prima guerra mondiale. Nel 1925 viene nominato professore di Filologia Anglosassone al Pembroke College di Oxford e nel 1945 gli viene affidata la cattedra di Lingua Inglese e Letteratura Medioevale del Merton College, dove insegna fino al suo ritiro dall'attività didattica avvenuto nel 1959. E' proprio durante il suo insegnamento che incomincia a scrivere. Nel 1937 pubblica Lo Hobbitracconto fantastico ambientato in un fiabesco e lontanissimo passato inglese, avente per protagonisti piccoli esseri stralunati ma molto simili agli uomini, gli hobbit appunto. Essi sono affiancati da un mondo di altri esseri fantastici.
Epica e fantastica è la trilogia de "Il signore degli anelli" (che qualcuno ha voluto leggere come una complessa e ricca allegoria della condizione umana), riconosciuta come la sua opera più importante. La trilogia si compose inizialmente di tre distinti volumi: "La compagnia dell'anello" (1954), "Le due torri" (1955) e "Il ritorno del re" (1955), che verranno poi riuniti nel 1956 in un unico libro
Lo hobbit (1937) Il Signore degli Anelli (1954-1955)
L'amore per le lingue antiche ereditato da sua madre gli fece conoscere più da vicino le leggende degli eroi norreni ( trasmesse oralmente per secoli dalle popolazioni scandinave e messe per iscritto dopo l'XI secolo),ma anche la mitologia anglosassone e la letteratura cavalleresca medievale, che in parte si ispiravano a loro volta dalla mitologia classica greca e latina. Da queste tradizioni prese vita il suo mondo magico. Tolkien iniziò la sua creazione del mondo inventando più di dieci idiomi, tra cui l'elfico primitivo e il linguaggio nero degli orchi.
Alfabeto elfico
Nel 2001, dopo sette anni di preparazione e diciotto mesi di riprese, esce il primo capitolo dell'omonima opera cinematografica "Il signore degli anelli", immenso sforzo produttivo del regista Peter Jackson. Il materiale per i tre film è stato girato tutto prima dell'uscita del primo capitolo; sebbene sia stata prestata grande attenzione ai particolari e alla fedeltà delle riproduzioni cinematografiche, come sempre accade nei casi di trasposizioni dal libro al grande schermo, gli appassionati e fan di Tolkien (sono moltissimi in tutto il mondo) si sono divisi tra elogi, critiche e polemiche.
Discorso di Aragon davanti al Nero Cancello - una delle scene più celebri.
In alcune parti del mondo c’è una superstizione che riguarda gli specchi, che secondo alcuni ruberebbero l’anima di chi ci si specchia. E' una superstizione molto diffusa, che spiega perché la regina di Biancaneve usa uno specchio per controllarla, perché Narciso è stato rapito dalla sua stessa immagine riflessa e perché i vampiri, se si guardano in uno specchio, non si riflettono: questi infatti non hanno l’anima… Da questo deriva anche la storia dei sette anni di sfortuna: rompere uno specchio libererebbe le anime malvage che sono intrappolate dentro di noi.
In Cina, il numero 4 porta sfortuna, e con esso tutti i numeri che terminano per 4, come 14 e 24, che se possibile vengono evitati. Questa superstizione è talmente sentita che alcuni architetti non mettono addirittura nei palazzi il quarto piano.Il che nei grattacieli può diventare un problema quando nell’ascensore non compaiono i numeri 4, 14, 24.
Ma la superstizione forse più assurda è questa, che è molto di moda in Turchia. Riguarda i chewing-gum, che sono alimenti molto comuni anche qui da noi. Ma in Turchia, se mai la visitaste, fate ben attenzione a masticarle solo durante il giorno, con il sole in cielo: in caso contrario, infatti, rischiereste che gli abitanti vi prendano per cannibali. Esiste infatti la credenza che durante la notte i chewing-gam si trasformino in carne umana putrescente, e chi le mastica sarebbe quindi qualcosa di simile ad un vampiro...
Una realtà sportiva che sempre più si sta affermando nella città della Mole oltre alle più soggette ai riflettori come Juve, Toro e Auxilium è la Torino 81. La società sotto la guida del mitico Mattia Aversa,ora presidente onorario, che ha vestito i colori gialloblu da giocatore prima da allenatore poi e infine come presidente, lanciando anche suo figlio Simone ora coach. La sua squadra ha navigato per le maggiori categorie italiane per anni fino alla trionfale cavalcata dell’anno scorso che ha portato alla storica promozione in A1, la massima serie dove i torinesi erano assenti da più di trent’anni.Il campionato passato è stato avvincente,ricco di partite emozionanti e culminato con la vittoria dei playoff a Roma ai rigori.
foto di Fin Piemonte
La società ha alzato il livello dell’organico per affrontare la serie superiore con notevoli sforzi che hanno portato a numerosi innesti di qualità come sottolinea il coach Simone Aversa in un'intervista rilasciata al sito "Waterpolo Development World". Questo anche grazie ai nuovi sponsor come ad esempio Reale Mutua che si aggiungono alla storica Iren e Mirafiori Motor Village.
Sabato 12 novembre è il giorno che meglio può simboleggiare il coronamento di ogni sacrificio passato. Si presenta infatti a Torino la Pro Recco. Il teatro dello spettacolo è il Palazzo del nuoto;che ospita eccezionalmente i padroni di casa per questa partita, vista la sua maggior capienza rispetto alla vicina piscina Monumentale. Gli avversari dei torinesi sono infarciti di campioni,detentori di 11 coppe Italia, 8 coppe dei campioni e 30 scudetti di cui gli ultimi 10 consecutivi, c’è chi li ha definiti il Barcellona della pallanuoto, senza dubbio sono la squadra più forte del mondo. Nella loro rosa compaiono giocatori del calibro di Stefano Tempesti e Francesco Di Fulvio l’uno leggenda della nazionale azzurra l’altro colonna portante dell’Italia di bronzo a Rio in compagnia di Figlioli,Fondelli e Bodegas anche loro entrati in acqua con la calotta blu dei liguri. A completare la squadra il croato Sandro Sukno,da molti considerato il più forte giocatore al mondo e il serbo Dusan Mandic, non da meno, oltre a Gonzalo Echenique, uno dei migliori elementi della nazionale spagnola. E’ invece stato tenuto a riposo Aleksandar Ivovic fuoriclasse montenegrino di assoluto valore.
Stefano Tempesti, Rio 2016 (foto di GoNews)
La fama della Pro Recco e la possibilità di vedere i più grandi campioni della pallanuoto dei nostri giorni ha mobilitato il pubblico delle grandi occasioni. Presenti ben 1200 spettatori (fonte Torino 81) e piscina sold out tanto che,dopo una certa ora, l’ingresso non era più possibile per ragioni di sicurezza. Un centinaio di spettatori restanti si sono dunque radunati al di fuori della parete di vetro in via Filadelfia per cercare di sbirciare qualcosa. Fra questi ovviamente compaiono tutti gli appassionati e gli appartenenti a tutte le società pallanuotistiche piemontesi, ma anche tanti tifosi occasionali desiderosi di assistere ad una partita di alto livello. Presenti inoltre una serie di vip come Andrea Agnelli, Paolo Galimberti e Cristina Chiabotto oltre al presidente della Pro Recco Maurizio Felugo, tifosissimo juventino e amico del presidente dei bianconeri oltre alla leggenda vivente della pallanuoto italiana Eraldo Pizzo. L’evento verrà inoltre trasmesso via radio e su numerosi siti di streaming.
Date queste premesse si inizia con la presentazione delle squadre.
Le squadre durante l'inno nazionale (foto di M. Civitico)
Lo speaker di casa, ancora prima dell’inizio del match, invita i tifosi torinesi a dare il benvenuto ai supporter liguri, civilmente mischiati ai locali sulle tribune, e la piscina risponde con un grande applauso.
La partita inizia con un tifo entusiasta che sospinge i padroni di casa a sfiorare subito un gol. E’ però uno dei pochi squilli offensivi della Reale Mutua in un primo tempo dove gli ospiti salgono rapidamente in cattedra. Si oppone però ad una più ampia goleada il portiere torinese Rolle con dei grandissimi interventi che infiammano il pubblico che intona cori e canti che lo vogliono in nazionale.
Andrea Rolle si esibisce in una delle numerose parate (foto di M. Civitico)
Il primo tempo si conclude 3-0 per il Recco, ma la Torino 81 sembra comunque in partita, intenzionata a regalare una serata di spettacolo ai numerosissimi appassionati accorsi.
Nel secondo tempo l’esplosività atletica di Di Fulvio si fa sentire e il pescarese mette a segno due gol nel giro di due minuti. L’Iren cerca insistentemente il centroboa neoacquisto Petar Filipovic affidandosi inoltre s
pesso all’esperienza di Ivan Vuksanovic, la colonna portante della squadra. I liguri trovano però altri due centri con Bodegas e Mandic. A circa tre minuti dalla fine del quarto i torinesi trovano il primo gol con Tommaso Seinera,il pubblico,per niente abbattuto dalla supremazia degli avversari, esplode in un boato. Replica al centro dei padroni di casa Figlioli nell’azione successiva. Alla fine del quarto dopo aver lottato in continuazione contro l’intera difesa avversaria trova la porta Filipovic e questo è sicuramente il momento nel quale Torino, rinfrancata, esprime la miglior pallanuoto.
Il terzo quarto è il trionfo della superiorità tecnica e fisica degli alieni allenati da coach Vujasinovic. La Pro Recco infatti allunga sulle ali di Sukno e Di Fulvio che, con una doppietta a testa, e il gol di Echenique portano il punteggio a 13. Se i gol subiti sono certo numerosi non si puo’ dire che la squadra di Simone Aversa non ci provi in attacco
Daniel Presciutti in azione (foto di M. Civitico)
come testimoniato dallo splendido secondo gol di Tommaso Seinera addirittura di palombella; una realizzazione in una delle forme più eleganti e tecnicamente difficili al portiere più forte di tutti i tempi è un’esperienza da raccontare ai nipotini.
Il quarto quarto inizia con le squadre consce di un risultato già scritto. Complice la girandola dei cambi che coinvolge anche i portieri, per dare la possibilità di mettersi in mostra a chi di solito gioca meno, inizia quello che se fossimo in ambito cestistico si potrebbe chiamare garbage time. Ovvero si cercano alcune azioni sterili e individualiste al fine dello spettacolo proprio perché ormai si conosce già il nome del vincitore. Questo non impedisce alla Pro Recco di realizzare altri quattro gol. Punteggio finale 17-3; parziali 0-3 2-5 1-5 0-4; marcatori:Torino 81:Filipovic P. 1, Seinera T. 2 Pro Recco:Alesiani J. 1, Bodegas M. 2,Di Fulvio F. 3, Di Somma E. 2, Echenique Saglietti G. 2, Figari N. 2,Figlioli P. 2, Fondelli A. 1, Mandic D. 1,Sukno S. 2; nessun giocatore uscito per limite di falli; Superiorità numeriche Torino 0/1 Recco 2/5; Spettatori 1200 circa. Di seguito l'opinione del coach Simone Aversa
La partita termina così,fra gli applausi del pubblico per entrambi gli schieramenti. Agli uni per la loro abilità tecnica e bravura agli altri per la possibilità data a questo splendido pubblico di ammirare così tanti campioni insieme.In sintesi ha vinto lo sport,come testimoniano le dichiarazioni di Vujanovic e Tempesti. Il primo ha dichiarato al sito del Recco che la serata allo stadio del nuoto deve essere un esempio per tutte le altre società, il secondo ha affidato a Facebook i suoi complimenti. Questi elogi si uniscono al coro della Canottieri Napoli, altra squadra blasonata ospitata alla Monumentale il 20 ottobre, i cui giocatori avevano a lungo applaudito i supporter torinesi per la loro sportività. Tutto ciò prova quanto il capoluogo sabaudo abbia fame di pallanuoto e stia reagendo in modo più che positivo agli sforzi dei dirigenti e dei giocatori che si stanno prodigando per accontentarlo. L’ultima partita è però numericamente ancor più importante. Torino è piena di giocatori che magari hanno fatto tutta la trafila delle giovanili,che magari ora studiano all’università o già lavorano e che si sacrificano incastrando i propri impegni con duri e costanti allenamenti rinunciando spesso a qualcosa. Ecco in questa serata credo che le rinunce di ragazzi così,di giocatori come Maffè,Oggero,Seinera,Giuliano,Azzi tutti ragazzi che con la loro passione per questo sport,che a sette o otto anni hanno iniziato ad allenarsi alla piscina Monumentale, ora hanno riunito 1200 persone e hanno giocato contro i più forti.Questo per loro deve essere motivo di orgoglio. Perché la pallanuoto è uno sport povero,non ci sono traguardi economici da raggiungere, solo traguardi sportivi la cui massima aspirazione è prender parte alla rassegna olimpica. Ci riescono 15 persone ogni quattro anni, definirlo elitario è dir poco. Però questi ragazzi, che forse alle Olimpiadi non ci andranno mai, hanno portato 1200 persone in piscina, Italia-Montenegro valevole per il bronzo olimpico di Rio è stata vista dal vivo da 1500 spettatori. Direi che questa sera, i giocatori torinesi una fetta di bronzo l’hanno vinta anche loro.
Alla veneranda età di 90 anni l’oncologo Umberto Veronesi si spegne a casa sua nella sua Milano. Una figura controversa ma sempre positiva e fermamente convinta delle sue sue posizioni, dalla politica, all’etica, alla religione, alla medicina e più in generale alla scienza. I suoi funerali si sono svolti nel Palazzo Marino con rito laico accompagnato dalle note musicali di Puccini e Beethoven.
Veronesi è stato l’oncologo italiano se non europeo nella sua generazione, nato nel 1925 a Milano, dove rimarrà per gran parte della vita, dopo il classico si laurea in medicina a Milano e si specializza in chirurgia a Pavia. Da qui in poi inizierà le sue eterne e celeberrime ricerche contro il cancro, diventando prima direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori poi dell’organizzazione europea di ricerca e cura per il cancro. Nel 1991 fondò il suo Istituto europeo di oncologia e nel 2003 dà via alla Fondazione Umberto Veronesi. La sua lotta contro il cancro si incentrò sopratutto contro il cancro alla mammella per il quale teorizzò e spinse affinchè si usasse la quadrantectomia, ossia l’asportazione solo della parta tumorata del seno con una successiva radiografia per visionare e proteggere da un nuovo tumore.
Il cordoglio generale per la medicina è grande, ma servirà come “punto di riferimento per il futuro” come ricorda la prof.ssa Scorsetti, il suo obbiettivo principale era prima di tutto” dignosticare la psicologia del paziente attraverso il dialogo prima di iniziare ad intervenire” ricorda sempre le prof.ssa Scorsetti. La Fondazione Umberto Veronesi inoltre lo ricorda come un uomo che ha saputo trasformare in azioni i suoi valori,inoltre il grandissimo dolore segno però anche di speranza viene riassunto in questo tweet.
"Credere nella scienza significa credere nel futuro". Oggi per noi è un giorno tristissimo, grazie per i tuoi insegnamenti #GrazieProfpic.twitter.com/NR5QNzJPcP
L’influenza dell’oncologo è stata tale da far smuovere personalità importanti sia italiane sia mondiali, che pur non essendo medici lo ricordano anche loro come una grande personalità sia nel campo della medicina sia come personalità civile ferma e convinta nelle sue posizioni e che ha portato avanti le sue battaglie pur andando contro corrente. Per prenderne due dai tanti di due personalità completamente diverse; Giorgio Armani, celeberrimo stilista italiano, dice che è stato “un uomo che ci ha insegnato che nessuna parola è più efficace della scienza per far tesoro del passato per prepararsi al futuro”, il premier italiano Matteo Renzi invece lo ricorda con un tweet molto semplice ma che rende bene l’idea comune che l’oncologo si è fatto di sè “un grande italiano”. Sicuramente il vuoto che Veronesi ci ha lasciato è immenso ma egli stesso,poichè credeva molto nel futuro, ci ha dato gli strumenti per continuare la sua missione in cui ha speso tutta la sua vita e da cui tutti noi ne ricaviamo.
Sentiamo parlare continuamente di vampiri e lupi mannari oggigiorno, ce li hanno presentati in tutte le forme: da "Dracula" di Stoker o "Voglia di vincere" (Teen Wolf) con regia di Rod Daniel, alle modernissime serie televisive quali "The Vampire Diaries" o "Teen Wolf", che termineranno entrambe quest'anno.
Proprio in "onore" della fine di queste due serie televisive molto amate e che trattano in modo egregio e ben modernizzato del mondo sovrannaturale, voglio analizzare più a fondo alcune delle mitologie trattate.
Sia in Teen Wolf che in The Vampire Diaries, è molto presente la figura del licantropo, identificata in ragazzi maledetti che oltre ad affrontare i drammi adolescenziali, si trovano anche a dover far fronte a queste loro capacità sovrannaturali. Ma da cosa nasce la credenza della licantropia?
Secondo la leggenda, il lupo mannaro sarebbe un essere umano condannato da una maledizione (o secondo alcuni lo sono già dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio. I motivi per cui si può venire maledetti sono molteplici: eresia, empietà, antropofagia.Nella narrativa e nella cinematografia dell'orrore sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Il mitodi un essere umano che si trasforma in lupo o viceversa è antico e presente in molte culture. I miti che riguardano la figura del lupo hanno origine, con buona probabilità, nella prima età del bronzo. Il substrato di religioni e miti "lunari" e femminili degli antichi europei, si innestò nel complesso delle religioni "solari" e maschili delle popolazioni nomadi sbarcate in Europa, dando vita al mito originario, in cui spesso il lupo è protagonista. Le leggende relative agli uomini-lupo si moltiplicano in tutta l'Europa dall'Alto Medioevo in poi. Dal Settecento in avanti si tenderà a sconfessare apertamente la possibilità che un essere umano si muti fisicamente in un lupo, e la licantropia rimarrà contemplata solamente dalla psichiatria come affezione patologica che porta il malato già "lunatico" a credersi bestia a tutti gli effetti.Vi sono anche altre tradizionisecondo le quali dormire sotto la luna piena porta alla licantropia, o cogliere un fiore nero, poiché è un colore che le infiorescenze in natura non assumono quindi indica soprannaturalità e probabile matrice diabolica. Il morso come veicolo dell'infezione licantropa è una trovata narrativa relativamente moderna, dovuta, quasi certamente, a una contaminazione proveniente dalle storie sul vampirismo.
(visione moderna dei lupi mannari; da Teen Wolf)
(visione antica)
Parlando di vampirismo, la figura del vampiro è molto abusata da libri e film oggigiorno, ma cosa si nasconde realmente dietro questa figura mitologica?
Il vampiro è un essere con origini slave che sopravvive nutrendosi dell'essenza vitale (generalmente sotto forma di sangue) di altre creature.Nonostante entità di tipo vampirico siano diffuse in numerose culture ed epoche, il termine "vampiro" divenne popolare solo agli inizi del XVIII secolo in seguito all'influenza delle superstizioni presenti nell'Europa dell Est, dove le leggende erano molto popolari,sebbene fosse noto anche con altri termini, come βρυκόλακας in Grecia e Strigoi in Romania. In quello stesso periodo, la superstizione nei confronti dei vampiri crebbe a tal punto da far nascere una grave isteria collettiva che, in alcuni casi, portò a piantare paletti nei cadaveri e ad accusare alcune persone di vampirismo. Nonostante molte altre culture tramandino superstizioni riguardanti non morti o altri spiriti redivivi, quello concepito dalla mitologia slava è considerato il vampiro per eccellenza. Le radici della convinzione dell'esistenza dei vampiri in questa cultura sono basate sulle credenze e pratiche pre-cristiane del popolo slavo e sulla loro concezione di oltretomba. Infatti,alla morte di un parente, veniva lasciata una finestra aperta, di modo che l'anima potesse entrare e uscire a suo piacimento. Si credeva che durante questo periodo l'anima avesse la capacità di poter rientrare nel corpo del defunto. Molti riti sepolcrali avevano lo scopo di assicurare la purezza dell'anima una volta separata dal corpo. La morte di un bambino non battezzato, una morte violenta o prematura, la morte di un grave peccatore (come uno stregone o un assassino) o una sepoltura non appropriata erano tutte cause di impurità dell'anima. Un'anima impura era molto temuta dagli slavi poiché era potenzialmente vendicativa. Da queste credenze riguardo alla morte e all'anima deriva il concetto slavo di vampiro. Un vampiro è, dunque, la manifestazione di una spirito impuro che sta possedendo un corpo in decomposizione. Questa creatura non morta è vendicativa e gelosa nei confronti dei vivi, da cui succhia sangue per sopravvivere.
(visione moderna dei vampiri, da The Vampire Diaries)
(visione antica)
Oltre a questi due culti sovrannaturali molto conosciuti, ci sono
alcune credenze minori molto interessanti e trattate, anche in modo
approfondito, nelle due serie televisive sopra citate: - Il Wendigo è una figura demoniaca della mitologia
dei Nativi Americani. Lo spirito può assumere sia caratteristiche
prettamente umane che quelle di un mostro umanoide. Le
caratteristiche di questo essere non possono essere descritte con precisione,
poiché variano a seconda della tribù, ma si tratta comunque di una creatura
maligna divoratrice di uomini. Si dice sia figlio dell'Inverno e della
Fame. Ha grandi artigli, corpo scheletrico ed emaciato e labbra assenti
o almeno non sufficientemente grandi da coprire gli enormi denti. Il Wendigo si
muove molto velocemente, tanto da consumare i propri piedi per l'attrito con il
terreno. I piedi poi cadrebbero e verrebbero sostituiti. È capace di imitare la
voce umana e i versi degli animali. Rincorre le sue prede umane per lunghi
tratti, finché queste non impazziscono, poi le trascina nella tana per
mangiarle vive. Si dice inoltre che la creatura abbia il cuore di
ghiaccio e che l'unico modo per liberarsene sia proprio di sciogliere il
suo cuore con il fuoco. Secondo la tradizione, un uomo (di
solito un cacciatore) si trasforma in Wendigo se viene morso da un altro
Wendigo, se viene posseduto da uno spirito durante il sonno, oppure se si nutre
per lungo tempo di carne umana. La trasformazione in Wendigo può anche essere
causata da uno sciamano. Secondo altre fonti ogni Wendigo un tempo era una
persona, un indiano pellerossa o un cacciatore, che durante un inverno rigido è
stato esiliato senza cibo e approvvigionamenti e per sopravvivere è dovuto
diventare cannibale. Secondo alcune credenze mangiare carne umana dà qualità
come velocità, forza e immortalità. È così che dopo anni e anni si diventa un
cacciatore intelligentissimo e imbattibile ma soprattutto perennemente affamato.
(visione moderna dei Wendigo, da Teen Wolf)
(visione antica)
- La Banshee è uno spirito femminile, descritto generalmente come una bella
donna dai capelli lunghi, con indosso un vestito verde ed una
mantella grigia. Può apparire sia come una donna che canta, sia come una donna piangente avvolta
da un velo. Altra caratteristica sono gli occhi perennemente arrossati dal
pianto. Il termine Banshee significa "donna delle fate", dal gaelico bean,
"donna", e sidhe, “fata”. Fa parte del piccolo
popolo ed è uno spirito che spesso viene classificato tra quelli maligni,
anche se in realtà nelle antiche leggende viene descritto semplicemente come
uno spirito femminile che si aggira attorno a paludi e fiumi, nelle sorgenti o
nelle colline d'Irlanda, o legato a una famiglia specifica. Quando un membro
della famiglia protetta muore, o è in procinto di morire, la Banshee piange disperata e urla. Tali lamenti sono noti col termine di keening (dal gaelico caoineadh, "lamento"). Le grida possono anche essere di vittoria, quando quella
che ha subito la perdita è una famiglia nemica.
(visione moderna delle Banshee; da Teen Wolf)
(visione antica)
-Lacaccia selvaggiaè
un temamitologicooriginario dell’Europa settentrionale,
a struttura narrativa di tutte le versioni del mito si fonda su questa
premessa: un corteo notturno di esserisovrannaturali
attraversa il cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosabattuta di caccia, con tanto dicavalli e segugi. Essere testimoni della Caccia
selvaggia viene considerato presagio dicatastrofie
sciagure; i mortali che si trovano sul cammino del corteo sono in genere
destinati a essere uccisi (rapiti e portati nelRegno
dei morti). In Italia, soprattutto nell'area alpina, la Caccia selvaggia viene
associata a lontane luci, scalpitio di zoccoli, abbaiare di cani, urla
demoniache, e un forte sibilare del vento. Il protagonista della caccia in
questa zona si chiamaBeatrik e viene associato alla figura diTeodorico il Grande. La leggenda col tempo è stata inquadrata in una
corniceCristiana che ne ha modificato i suoi connotati
soprattutto nell'esito finale, utilizzandola a fini di ammonimento; in questa
variante, l'intervento di un religioso riesce ad allontanare il corteo infernale. Il nome con cui viene indicata la mitica Caccia selvaggia cambia di
nazione in nazione attraverso l'Europa, ma anche spostandosi da una singola
regione all'altra. In Inghilterra si chiamaWild Hunt, in ScoziaSluagh, in GermaniaWutende heer, in FranciaChasse Arthur, in SvizzeraStruggele selvaggia. Considerando solamente l'Italia, viene definita in
LombardiaCaccia Morta(o Cascia Morta in dialetto lombardo)
oCaccia del Diavolo, in PiemonteCorteo dla BertaoCàsa d'i canètt, in TrentinoCazza selva dega.
(visione moderna della caccia selvaggia)
(visione antica)
-Infine, layakoonogitsunenellamitologia giapponeseè una volpe (kitsune) maligna e dispettosa, che
si differenzia dalle benevoli "zenko" per la sua natura maliziosa e
malvagia. Come narra una leggenda giapponese essa avrebbe la capacità dipossedere le persone, che quando
entrano in tale stato sono chiamateyako-tsuki. L'aspetto dellayakoè perlopiù sempre lo stesso nelle
varie leggende, e si differenzia dalle volpi normali per i colori bianco e
nero.Originariamente le leggende
indicavano layakocome invisibile agli occhi. Si narra
che porti sempre dietro di sé una grande folla di volpi che cammina con lei. Chi
è posseduto da un nogitsunemostra
sintomi simili a quelli di una malattia. Si dice che quando una si nasconda
sotto le ascelle di qualcuno, quella persona sarebbe divenuta unoyako-tsuki.
Si narra che il contatto con la lingua di unayakoprovochi prima bruciature e tagli, poi
il vaiolo ed infine la morte. Per liberarsi dal vaiolo di unanogitsunebisogna spargersi con le ceneri della
corteccia di uno quercia tagliata
con una spada.
La notte di domenica 13 novembre 2016 si è verificato un evento cosmologico molto particolare: la Luna più grande degli ultimi 60 anni. La SuperLuna, o in termini più scientifici "perigeo lunare", si verifica con la coincidenza della Luna piena e la minore distanza tra Luna e Terra.
E’ spesso associata a calamità naturali e grandi disastri, ma il perigeo lunare non causa tsunami, terremoti o altre catastrofi. Si tratta infatti di un fenomeno scientifico che causa un aumento della dimensione apparente e della luminosità del nostro satellite.
(secondo i dati forniti dalla NASA la SuperLuna del 13 novembre ha avuto un aumento di dimensione del 14% e della luminosità del 30%)
Una particolarità della SuperLuna è che è possibile osservare crateri e mari lunari anche ad occhio nudo.
Una diceria riguardo il Perigeo lunare, ovvero che causa aggressività, ha un fondo di verità, tanto da essere stata confermata dal pediatra italiano Italo Farnetani, ordinario dell'università internazionale "Ludes di Malta".
Il professore universitario ha dichiarato, infatti, che la SuperLuna si ripercuote sul riposo, in quanto il ritmo luce-buio viene alterato dalla maggiore luminosità della Luna, causando una disfunzione del principale sincronizzatore naturale dell'organismo.
Ciò si manifesta con una maggiore irritabilità, aggressività e difficoltà ad addormentarsi.
Per gli appassionati, la prossima SuperLuna, che si verificherà il 14 dicembre 2016, avrà una particolarità: con la sua luminosità oscurerà in parte lo sciame meteorico delle Geminidi.
(sciame annuale delle Geminidi, causato dall'asteroide Phaethon, attivo dal 3 al 19 dicembre)
In concomitanza con lo straordinario evento della SuperLuna, la notte del 13 novembre 2016, si è verificato un altro raro fenomeno scientifico: l'Arcobaleno lunare (detto anche Moonbow).
L'Arcobaleno lunare è un raro fenomeno ottico analogo all'arcobaleno, ma prodotto dalla luce riflessa dalla superficie lunare e appare nella parte opposta del cielo rispetto alla posizione della luna. Una particolarità del Moonbow è che l'occhio umano vede i suoi colori quasi bianchi, mentre la fotografia mette in evidenza i colori.
Questo fenomeno è stato osservato nell'isola Waimea delle Hawaii e in costa Rica in America centrale.